2011
Feb 
2

Antirazzistimilano Benefit Party

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 8:59 pm  

5 febbraio 2011

Benefit per il Comitato Antirazzista Milanese

Dalle 22:00

Special Drinkers * punkrock opening djs

a seguire => all night dance with:

Bufu * Trash Lover

The Enver Brothers * SoulTrash & ElectroPop in Levare

@ Telos – Saronno via Milano 17

http://www.facebook.com/?ref=logo#!/event.php?eid=140844535977455

The Enver Brothers – Tetris Night * side 2

2011
Jan 
30

2 febbraio: rito abbreviato per Vittorio Addesso

Filed under: General — Tag: , , — Comitato Antirazzista Milanese @ 8:00 pm  
Mercoledì 2 febbraio alle 10 si terrà presso il tribunale di Milano (corso

di Porta Vittoria) il processo con rito abbreviato contro Vittorio Addesso,
ispettore capo di polizia che ha cercato di violentare Joy, una donna
nigeriana, nel lager per immigrate/i di via Corelli nell¹agosto 2009.

Saremo presenti con un volantinaggio in appoggio a Joy e al suo coraggio di
ribellarsi alla violenza e di denunciare pubblicamente le sopraffazioni e le
violenze che vivono le donne immigrate in Italia anche da parte dei
rappresentanti dello Stato.

Sottoscriviamo e pubblichiamo l¹appello lanciato per il 2 febbraio dalle
compagne contro i Cie di Roma.




APPELLO PER IL 2 FEBBRAIO

Mercoledì 2 febbraio ci sarà a Milano il processo con rito abbreviato per la
denuncia fatta da Joy contro l¹ispettore di PS Vittorio Addesso.

Noi ci saremo. Vogliamo essere con Joy anche in questa tappa della sua
ribellione alle violenze e ai soprusi che ha subito.

Joy si è ribellata per se stessa, ma anche per tutte quelle che, nella
stessa situazione, non hanno avuto il modo o il coraggio di farlo e per
tutte quelle che troveranno, nel suo esempio, la forza per non subire.

La sua vicenda è emblematica. Le istituzioni pensano che quelle/i che hanno
subito violenza per mano dei loro funzionari, staranno zitte/i per non
subire ulteriori vessazioni, contando, anche, sull¹omertà di chi, pure, è a
conoscenza dei fatti.

Se questo non succede c¹è la vendetta, come è accaduto per Joy, che è stata
pestata, insieme alle sue compagne, da Addesso e commilitoni, con la scusa
della rivolta di Corelli.Anche qui nel silenzio di chi vede e sa.

Se la ritorsione non funziona, come non ha funzionato con Joy, che, al
processo per la rivolta di Corelli, ha denunciato la violenza sessuale ed il
successivo pestaggio, allora c¹è la denuncia per calunnia che, anche in
questo caso, accomuna Joy a tutte le vittime della violenza delle
istituzioni e ai loro familiari che hanno il coraggio di rendere pubbliche
le vicende.

Joy è stata denunciata per calunnia direttamente al processo e da un giudice
donna.

Per inciso, questo è successo anche alla madre di Aldrovandi ed alla sorella
di Uva.

Le istituzioni usano, di norma, la denuncia e la querela, contro quelle /i
che osano chiedere loro conto di violenze e/o ingiustizie subite, perchè
sono consapevoli della disparità dei rapporti di forza.

Ma Joy non è stata lasciata sola.

Le compagne e i compagni solidali, le femministe e le lesbiche, fra denunce
e manganellate, hanno reso pubblico tutto quello che le è successo.

Le femministe e le lesbiche non si sono demoralizzate neanche quando hanno
contattato, invano, realtà che, pur prendendo per questo finanziamenti
pubblici, si sono mostrate evasive e sfuggenti.

Sono riuscite, ugualmente, a tirare fuori Joy dal circuito perverso in cui
era chiusa.

Per tutto questo, i meccanismi abituali, messi in atto dalle istituzioni,
non hanno funzionato.

Ora, lo stato ha un¹ultima carta da giocare, quella della mela marcia:
scaricherà tutta la responsabilità su Addesso imputando quello che è
successo ad un ³riprovevole comportamento personale².

Noi sappiamo che non è così.

Il compito delle istituzioni in divisa è di tenere a bada, in qualsiasi modo
e con qualsiasi mezzo, il dissenso e, in cambio, hanno l¹immunità e
l¹impunità.

E le donne rinchiuse nei Cie sono bottino di guerra.

La storia di Joy ci racconta la violenza di genere, ma anche quella delle
istituzioni, la violenza nelle strutture chiuse di detenzione, ma anche
quella nei confronti delle migranti e dei migranti, nuove schiave e nuovi
schiavi, ed infine la violenza dello stato nei confronti di tutte/i quelle/i
che osano ribellarsi.

La storia di Joy ci insegna che ribellarsi è necessario, perché solo così si
può spezzare omertà e silenzio, che quelle/i che si ribellano non devono
essere lasciate/i sole/i, che non è il caso di contare su strutture
paraistituzionali che fanno quasi sempre un passo indietro quando prendere
posizione su soprusi, vessazioni, violenze significa mettere in discussione
alleanze, convenienze, interessi, che è necessario autorganizzarsi e
costruire un¹altra società.

RIBELLARSI SEMPRE RIBELLARSI TUTT*!!

CHIUDERE TUTTI I CIE!!



Comitato Antirazzista Milanese – 30 gennaio 2011
2011
Jan 
27

Domani si sciopera!

Filed under: General — Tag: , , , , — Comitato Antirazzista Milanese @ 4:27 pm  
Il comitato antirazzista parteciperà alla manifestazione di domani in occasione dello sciopero dei
metalmeccanici che i cobas hanno esteso a tute le altre categorie (eccetto i trasporti).
Ci concentreremo in P.ta Venezia alle 9,30 dietro allo striscione "Dalla crisi si esce con la
lotta - Uniti per lo sciopero generalizzato" così come concordato nell'assemblea cittadina di 
martedì al Liceo Carducci Questo spezzone di corteo vedrà la presenza di diverse realtà operaie 
dell'hinterland (Rho, Sesto S.G., S.Giuliano, Trezzano), di lavoratori delle cooperative, della 
Casa dello Sciopero recentemente occupata, di collettivi studenteschi e universitari,  e di varie 
componenti del sindacalismo di base e dell'antagonismo milanese che condividono la prospettiva di 
agitare la prospettiva dello sciopero generalizzato per dare continuità, profondità e radicalità alla 
battaglia che ha visto nell'opposizione degli operai di Mirafiori al piano Marchionne un importante 
passaggio che non va disperso dall'azione concertativa dei vertici sindacali confederali

Prima del corteo sono stati fissati due pre-concentramenti a cui daremo appoggio
1) Picchetto alla Marcegaglia (v.le Sarca) a partire dalle 6
2) Casa dell sciopero (via de Amicis 16) alle 8,30

Informiamo inoltre che la manifestazione, dopo Piazza Duomo, proseguirà verso l'assolombarda
e che.... lo sciopero durerà 24 ore....

Comitato Antirazzista Milanese – 27 gennaio 2011

Report di attività

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 4:25 pm  

* via Padova: rinviato lo sfratto in via Cavezzali
Lo sfratto di Hafida non è avvenuto. Come nelle precedenti occasioni oltre una ventina di soldali (
con delegazioni da Cologno, da Monza, degli studenti, oltre al comitato antirazzista) hanno presidiato l’abitazione insieme a diverse famiglie, organizzate nel comitato di caseggiato.
Abbastanza velocemente la polizia ha messo in giro la voce che l’ufficiale giudiziario non si sarebbe presentato per…problemi tecnici interni all’ufficio.
Il presidio é continuato comunque fino alle 12, fino a quando il cellulare della polizia ha abbandonato la scena.
Nel pomeriggio dello stesso lunedì infine, l’ufficiale giudiziario è comparso, solitario, sulla scena per comunicare alla famiglia di Hafida che lo sfratto esecutivo è stato rinviato al 24 marzo.
Appare ormai è chiaro che gli sfratti possono essere respinti; e questo dà a tutti la foza per cominciare ad affrontare e risolvere anche altri problemi (vedi piattaforma allegata) che riguardano la vita di tutti gli abitanti del palazzo

* Varedo: la TAIMM è costretta a trattare
Dopo il picchetto autorganizzato di venerdì 7 gennaio si è svolto sabato scorso un presidio davanti ai cancelli della TAIMM di Varedo (leggi cronaca da un network locale)
Iniziative che hanno avuto il pregio di far emergere la combattività degli operi in lotta e di far capire che gli stessi sono tutt’altro che soli
E così, nell’incontro di lunedì 17 gennaio, i vertici aziendali hanno deciso di ritrattare, almeno in parte, le condizioni che cercavano di imporre ai lavoratori, discutendo apertamente della loro integrazione in azienda (ricordiamo che in seguito al rifiuto di firmare l’accrod capestro i 25 operai in lotta sono stati estromessi dalla fabbrica)
E’ stato quindi raggiunto un pre-accordo, che dovrebbe concretizzarsi la prossima settimana, in cui il consorzio Helios rinuncia alla libertà di trasferimento contenuta nell’accordo in vigore dal 1° gennaio e, contemporaneamente, ridimensiona la perdita salariale a circa 70€ mensili con l’impegno di recuperarli entro tre mesi
In ogni caso dato che fidarsi è bene ma non  fidarsi è decisamente meglio, gli operai mantengono lo stato di all’erta

* Verso lo sciopero metalmeccanici del 28 gennaio
Sulla base di una serie di riunioni che si stanno svolgendo in città in vista dello sciopero generale dei metalmeccanici di venerdì 28 gennaio, si è cominciata ad affronatre la discussione su quale atteggiamento tenere, in riferimento ai diversi fronti di lotta a cui stiamo partecipando, e in particolare quello delle cooperative
Nella discussione sono emerse sensibilità e proposte differenziate che, per motivi di tempo e di spazio, non è il caso di riportare in questo report sintetico.
Rimandiamo perciò ai vari momenti di discussione previsti per i prossimi giorni, sia nell’area del sindacalismo che nel movimento studentesco, per avere maggiori elementi e arrivare ad una decisione definitiva nella prossima riunione di mercoledì in viale Monza 255 a cui invitiamo tutti coloro che seguono le attività del comitato antirazzista milanese


Comitato Antirazzista Milanese – 19 gennaio 2011

Iniziative imminenti

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 4:23 pm  

Due le iniziative imminenti che ci vedono impegnati e rispetto alle quali facciamo appello a tutte le forze solidali affinchè garantiscano la massima partecipazione possibile

1) Sabato 15 gennaio, ore 8: Presidio a Varedo in solidarietà con gli operai della T.A.I.M.M in lotta
Dopo il picchetto autorganizzato di venerdì notte (vedi mail precedente), si è svolto ieri l’incontro fra l’azienda e i delegati degli operai (aderenti al S.I.Cobas) in cui l’azienda ha minacciato la chiusura dello stabilimento nel caso che gli operai non accettino il peggioramento delle condizioni salariali e di lavoro imposto dalla competizione sul mercato
Un ricatto che resta inaccettabile per i 25 operai che stanno incrociando le braccia ben sapendo che il padrone, con questo accordo, oltre a scaricare il costo economico della crisi sui lavoratori, vuole garantirsi carta bianca per un loro prossimo licenziamento.
La massima presenza solidale è quindi un passaggio decisivo per dare forza ad una lotta che ha cominciato a muovere i suoi primi passi e che vede impegnati, fianco a fianco, lavoratori immigrati e italiani
In allegato il comunicato uscito dall’ultima riunione fatta con gli operai delle cooperative e la cronaca degli avvenimenti (già pubblicata)

Per raggiungere il luogo della manifestazione: uscita Varedo/Monza-Saronno della superstrada MI-Meda, riprendere immediatamente la superstrada in direzione Milano (in pratica un inversione di marcia), prima uscita a destra dopo 50 m; la T.A.I.M.M. è la prima azienda che si incontra

2) Lunedì 17 gennaio, ore 8,30: presidio anti-sfratto in via Cavezzali 11
Continua e si rafforza il percorso di autorgaznizzazione degli abitanti dello stabile situato nel quartiere di via Padova. Dopo aver respinto per quattro volte il tentativo di sfrattare alcuni abitanti morosi si è conformato un Comitato Inquilini che sta progressivamente copinvolgendo un numero crescente di famiglie residenti. Il comitato si muove su una piattaforma rivendicativa (In allegato) di cui vuole farsi promotore e garante in prima persona, senza delegare la difesa dei propri diritti ad alcuna istituzione politica o sindacale.
Il comitato, nella sua ultima riunione di lunedì sera, ha voluto sottolineare la centralità assoluta dell’inizaitva del 17 gennaio, non solo per impedire che una famiglia marocchina di quattro persone, con due bambini piccoli, possa essere cacciata in mezzo alla strada, ma soprattutto per dare forza ad una prospettiva di autodifesa che vede gli abitanti impegnati in una dura lotta contro una proprietà che sopravvive grazie a truffe e speculazione.
Il presidio viene preparato congiuntamente al comitato “Torre-Imbonati” che vuole dare continuità alla protesta della torre di un mese fa attraverso l’estensine della battlia nei quartieri a maggiore concentrazione di immigrati.
Nella giornata di domani sono stati fissati due appuntamenti in via Cavezzali angolo via Padova (alle 11,30 e alle 19) per volantinaggi e attacchinaggi finalizzati a promuovere il presidio di lunedì prossimo (in allegato il testo del volantino che verrà distribuito)

Comitato Antirazzista Milanese – 13 gennaio 2011

E’ iniziato Picchetto a Varedo

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 4:22 pm  

Per motivi di urgenza ci limitiamo all’informazione essenziale:
E’ iniziato poche ore fa un picchetto davanti ai candelli TAIM di Varedo, ditta che si occupa della distriubuzione editoriale.
Gli operai in lotta lanicano un appello a tutte tutte le forze solidali disponibili affinchè raggiungano il presidio e diano man forte alla lotta.

Come un anno fa esatto a Brembio, una trentina di operai/e hanno così deciso di rifiutare le condizioni capestro che l’azienda, attraverso un truffaldino cambio d’appalto, stava cercando loro di imporre. I resistenti, rifiutando di firmare l’accordo capestro, sono stati nei fatti licenziati, trovandosi il passo sbarrato dalle guardie aziendali e successivamente dai carabinieri che li hanno riportati democraticamente fuori dall’azienda. Non sappiamo quale sia la situazione attuale da un punto di vista dell’ordine pubblico, ma possiamo senz’altro riferire, dopo l’assemblea di ieri, di una grande determinazione degli operai in lotta.
Le indicazioni per chi arriva da Milano: prendere la Milano Meda, uscire a Varedo/Monza-Saronno; rientrare sulla superstrada in direzione Milano e quindi uscire alla prima a destra (dopo  aver percorso un centinaio di m.). Il picchetto alla TAIM (cartelli indicano la ditta Tagliaferro) è la prima ditta a destra appena fuori dalla rampa d’uscita

Ultimissima ora: Anche a Lesmo è in corso un presidio permanente degli operai della Yamaha contro i licenziamenti e la violazione degli accordi che risalgolo ad un anno fa e che avevano garantito almeno alcuni ammortizzatori sociali (accorid a cui l’azienda si è sottratta causa….crisi). I quadri aziendali hanno fatto appello oggi per un intervento della forza pubblica ed è previsto che lunedì mattina ci possa essere un attacco militare al picchetto. I compagni di Monza in ogni caso se ne stanno occupando direttamente ed è stabilito un ponte fra le due situazioni già per stanotte; a tutto questo si aggiunge l’occupazione dello stabilimento della Corena a Nerviano da parte dei dipendenti della cooperativa Alfacoop, anch’essi licenziati in massa, e anch’essi in contatto con le altre situazioni citate.

Pare ce ne sia davvero abbastanza per dire che é senz’altro fondamentale fare il possibile per muoversi

Comitato Antirazzista Milanese – 7 gennaio 2011

Promemoria e proposte

Filed under: banlieue — Tag: , , , — Comitato Antirazzista Milanese @ 4:20 pm  

Di seguito un promemoria per le attività più prossime in cui saremo imepgnati.

1) Lotta contro la sanatoria truffa

La protesta della torre di via Imbonati ha lasciato come “eredità” l’embrione di un comitato che comprende antirazzisti e immigrati e che continuerà a riunirsi tutti i martedì sotto la Torre.
L’obiettivo è quello di dare continuità alla protesta della torre e, allo stesso tempo, di estendere il lavoro in altri quartieri abbracciando temnatiche che vanno aldilà della sanatoria truffa
Il prossimo appuntamento è per sabato 8 gennaio alle 18,30, presso la stamperia occupata per un’assemblea autorganizzata.
A seguire cena araba di autofinanziamento

2) Sfratti in via Cavezzali

E’ stata affissa l’ordinanza della Moratti che dichiara “socialmente pericoloso ” lo stabile e impone l’autocensimento degl abitanti (pena una multa di 450€)
Negli ultimi giorni si è deciso di organizzare un’assemblea per lunedì 10 alle ore 20 convocando tutti gli inquilini per affrontare adeguate iniziative di fronte all’ordinanza (prelude forse ad una chiusura di dello stabile di via Cavezzali 11?) e allo sfratto di H. previsto per il 17 gennaio a cui ci si opporrà con un presidio di autodifesa a partire dalle 8,30 di mattina

3) Cooperative

Dopo la riuscita dello sciopero alla Novaplanet di Liscate del 30 dicembre 2010 (presso i magazzini della Ortofin) si approssimano nuyove e più dure battaglie. La vertenza di Liscate (passaggi di livelli, salari arretrato e contro le discriminazioni) va cioé collocata in un ambito più ampio che vede almeno altre tre situazioni degne di considerazione e di mobilitazione:
a) La Billa-C.L.O. di Lacchiarella dove, in seguito ai picchetti di autunno è scatta una pesante controffensiva aziendale che ha portato a diversi tra licenziamenti e trasferimenti coi quali, per il momento, la cooperativa è riuscita ad arginare e reprimere la lotta interna. Prosegue invece la campagna di boicottaggio della Billla che necessità di nuovi e più estesi passaggi
b) La GLS-Papavero di Cerro al Lambro dove, in seguito alla netta vittoria della vertenza per la riassunzione dei dodici attivisti S.I.Cobas, licenziati in seguito agli scioperio di un anno fa, l’azienda si rifìiuta  di reintegrarli sul posto di lavoro pur garantendo loro il salario
c) Una cooperativa a Varedo (forniremo al più presto informazioni più precise), dove i caporali, nelle scorse settimane, hanno sfondato i picchetti autorganizzati dagli operai a sostegno di una vertenza internae, successivamente, dopo aver smembrato il fronte sindacale rappresentato dal S.I. Cobas, sono riusciti a imporre accordi-capestro che nei fatti, annullano qualsiasi diritto sindacale e danno mano libera all’azienda. Nonostante la divisione creata dalla manovra padronale (un piccolo piano Marchionne, si potrebbe dire) oltre 20 operai sono pronti a resistere e rilanciare la battaglia
d) La Corena-Alfacoop di Nerviano occupata ad oltranza dagli operai dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento (trasferito a Corbetta) e il conseguente licenziamento di tutti i lavoratori.

Su queste tematiche viene quindi organizzata un’assemblea straordinaria per giovedì 6 gennaio alle 11 presso la sede S.I.Cobas in via Marco Aurelio 31

4) CIE
Cercando di mantenere e sviluppare la rete di relazioni (nonostante le difficoltà che si sono create a Corelli per via dell’oridnanza che vieta l’utilizzo dei cell, si sono stabiliti contatti con amici e parenti dei reclusi) cerchiamo di affrontare le conseguenze dei pronunciamenti che, a livello europeo, mettono in discussione l’impiantamento del paccehtto sicurezza che ha istituito il reato di clandestinità e ha prolungato indiscriminatamente la detenzione nei CIE fino a sei mesi
Solo dopo aver fatto il punto con gli avvocati che da anni seguono con noi le lotte dentro i CIE, sapremo valutare se le novità sono meritevoli di una scadenza pubblica e di un adeguato piano d’azione, anche se pare probabile che l’attuale governo non intenda in alcun modo attuare la direttiva europea sui rimpatri
Da subito, invece, si dà appuntamento per il 2 febbraio, data prefissata per l’udienza che vede Joey contrapposta a Vittorio Addesso (ex-resp. del CIE di via Corelli) accusato di violenze sessuali nei suoi confronti

5) Rom Triboniano

La vittoria in tribunale, che impone l’assegnazione dei 25 alloggi ALER alle famiglie rom di Triboniano potrebbe trasfrormarsi in boomerang e dare il via libera allo sgombero voluto da tante forze del centro-destra, lega in primis. Nei prossimi giorni sarà necessario organizzare riunioni e assemblee con le famiglie del campo

Comitato Antirazzista Milanese – 5 gennaio 2011
2010
Dec 
4

4 dicembre: manifestazione in Imbonati

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 6:34 am  

La Torre di via Imbonati costretta alla resa
Ma il  presidio rilancia con una manifestazione per domani 4 dicembre

La vicenda della torre di via Imbonati si è chiusa con il solito colpo basso della questura. Con un comunicato degli immigrati era stata infatti annunciata la disponibilità a scendere in cambio di garanzie precise nei confronti di Abdel, ancora in attesa di sanatoria (già, quella truffa) e cioè: semplice identificazione e immediato rilascio, in attesa che il suo caso venisse esaminato insieme a tutti gli altri presentati proprio questa settimana dal Comitato Immigrati, all’interno della vertenza che, partita da Brescia, proseguita poi a Milano, si sta sviluppando da ormai un mese e mezzo.
Su queste basi si avvia così una trattativa (anch’essa truffa) che sulla carta prevedeva appunto un controllo ospedaliero (con eventuale ricovero se ritenuto necessario), l’identificazione e poi il medesimo trattamento riservato qualche giorno fa ad Amjad (l’immigrato egiziano sceso qualche giorno fa in seguito ad un forte malore) cui era stato consegnato un invito a presentarsi in questura per regolarizzare la sua posizione sul territorio italiano.
Invece le cose vanno diversamente. Abdel viene piantonato per tutto il tempo (poco, in verità) necessario a firmarne le dimissioni dall’ospedale e quindi portato direttamente nel CIE di via Corelli, passando per il frettoloso rigetto di quella domanda di sanatoria in cui aveva sperato, insieme agli altri del presidio, attraverso “la protesta della Torre”.
Questa mattina, in fretta e furia, è stato convalidato il suo trattenimento al CIE e, altrettanto immediatamente, trasferito al CIE di Modena, dove resta in isolamento, piantonato da 5 poliziotti
Evidentemente le pressioni di Maroni e De Corato avevano fatto pendere la bilancia verso un “pollice verso”, con una sanzione mirata necessaria a far capire agli immigrati (e non solo) che chi osa alzare la testa, anche solo per rivendicare il diritto ad un esistenza dignitosa e non di schiavitù, deve pagare un prezzo di persona.
Non vi è alcun dubbio che si tenterà l’impossibile per fermare la macchina delle deportazioni pur sapendo che il meccanismo, ormai ben oliato, è difficilmente scalfibile; tanto più in questo caso dove alla “normale” e mortifera macchina politica delle espulsioni si affianca l’esigenza di punire chi si è ribellato.
La cronaca potrebbe anche fermarsi qui. Fermarsi alla descrizione dell’ennesima vicenda che vede la vita schiacciata dal connubio delle esigenze di controllo dello stato e i voraci interessi del capitalismo; tanto più oggi che una crisi mondiale pressoché irreversibile, riporta i padroni alla loro esigenza primordiale: il controllo di una sterminata massa di proletari resi schiavi dal sistema della guerra permanente, sociale, politica, militare e soprattutto da condurre in maniera esclusivamente unilaterale.
Un sopruso che a nostro avviso rappresenta una sconfitta bella e buona (sia per la repressione contro Abdel, sia per le modalità con cui è caduto il simbolo di questa battaglia) tale da mettere in serio pericolo il futuro di questo embrionale movimento degli immigrati.
Ma se la sconfitta sarà definitiva o meno, crediamo che saranno gli avvenimenti a determinarlo e, ci si consenta un pizzico di volontarismo, la determinazione e la consapevolezza politica dei suoi protagonisti diventerà in qualche modo decisiva

Con questo intento e con l’obiettivo di sostenere Abdel contro la sua possibile imminente deportazione, supportati dalla volontà di continuare la lotta espressa dall’assemblea di stasera, aderiamo e rilanciamo la giornata di mobilitazione di domani sabato 4 dicembre 2010. L’appuntamento è fissato per le 14,30 al presidio di via Imbonati

Comitato Antirazzista Milanese – 3 dicembre 2010
2010
Nov 
23

Presidio in via Cavezzali

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 5:06 pm  
I presidi anti-sfratto in via Cavezzali 11 hanno ormai una loro 
piccola storia; ma ogni volta la questione si presenta sotto spoglie 
differenti.

In questo caso si tratta del primo passaggio contro una famiglia
sudamericana caduta nelle grinfie della legge a causa di uno sfratto
precedente che non andato a buon fine in quanto avevano sbagliato
appartamento e persona.

Nonostante cilo zelante ufficiale giudiziario, pensi bene di
indagare sulla famiglia trovata nell'appartamento, constatando,
unicamente sulla base delle dichiarazione del padrone di casa
(possiede altri 77 appartamenti nello stesso stabile, ndR), che la
famiglia in questione era morosa e che quindi lo sfratto "s'aveva
comunque da fare".

Nel frattempo sono successe alcune cose interessanti che elenchiamo
sinteticamente:

  1) Il susseguirsi di presidi anti-sfratto (tutti vincenti, finora)
     ha stimolato la nascita di un comitato di inquilini che, tutti morosi,
     intendono resistere uniti sulla base di una piattaforma rivendicativa
     che, sinteticamente, la seguente:

          a) Le condizioni del palazzo sono indecenti (manca
             luce scale, ascensore, acqua calda e condizioni igieniche
          b) I contratti di locazione, per lo pi non sono
             registrati o riportano addirittura indirizzi diversi; in ogni caso
             sono da considerare nulli, senza peraltro alcuna garanzia (la legge
             parla chiaro) per gli affittuari. L'appartamento in
             questione risulta addirittura proprietdi un'altra persona, diversa
             da quella che ha ottenuto lo sfratto per via giudiziaria su
             quell'appartamento (il 217, ndR)
          c) Gli affitti (riscossi in nero) sono esorbitanti e
             inaccettabili (es: 450\ per 18mq, 580\ per 30mq
          d) Fino a che non verranno risolte le questioni
             elencate il comitato si impegna a continuare ad estendere lo stato di
             morosità e la pratica di autodifesa di fronte agli sfratti

  2) Il padrone di casa, tal Bortot, (dirigente di diverse immobiliari
     consociate, che giocano alle scatole cinese per aggirare fisco e
     pignoramenti)  ha inviato numerose lettere di preavviso di ulteriori
     sfratti, intimando il pagamento degli arretrati. Compresa la famiglia
     che sarebbe sotto sfratto il 24. Il che fa presumere (solo presumere
     per che, dopo accertamenti legali di parte, il padrone di casa ha
     preferito avviare una procedura di sfratto ex-novo

  3) Gli affittuari stanno ricevendo immotivati conguagli di pagamento
     delle bollette di elettricit(fra i 500 e gli 800\ annui) che
     sembrano addebitabili a vere e proprie truffe legate, a loro volta,
     all'indebitamento del padrone con l'A2A (voci di corridoio parlano di
     100.000\

Opinione comune nel comitato di autodifesa di via Cavezzali 11
(chiamiamolo cosper il momento, in attesa che, proprio il 24
novembre, la cosa possa venire formalizzata) che lo sfratto di
domani non verrnemmeno tentato. E che, in ogni caso, se avvenisse,
essendo il primo passaggio, la sua esecuzione per mano della forza
pubblica verrebbe rinviata
Ma queste considerazioni non hanno portato alla sciagurata
conclusione di lasciar correre la cosa; al contrario, essa diventa
occasione fondamentale per sperimentare ancora una volta una pratica
di autodifesa collettiva e vincente, estendendo la solidarietattiva
degli altri abitanti e preparando cosle tappe successive; in
particolare ci riferiamo allo SFRATTO DI HAFIDA, GIA' FISSATO A FINE
GENNAIO, e che essendo ormai al quarto tentativo (gli altri come
dicevamo, sono stati finora respinti) si rivelersenz'altro molto
piostico e diventa terreno di battaglia decisivo per le sorti di
questo piccolo ma importante percorso di autorganizzazione.

Chiamiamo quindi tutti gli antirazzisti e solidali con le lotte per
la casa, a  fare uno sforzo per esserci (appuntamento ore 8,30 in via
Cavezzali 11) e rafforzare un percorso di autodifesa capillare che
individuiamo come terreno  fondamentale per dare seguito alle
battaglie di primavera contro il coprifuoco e i rastrellamenti in
questo, coscome in altri quartieri di Milano



Comitato Antirazzista Milanese – 23 novembre 2010
2010
Nov 
13

Report comitato

Filed under: General — Comitato Antirazzista Milanese @ 1:17 pm  

Report dell’ultima riunione con calendario di attività

1. La lotta dei sans-papiers


Sono ormai quasi due settimane che gli immigrati, prima a Brescia poi a Milano, hanno dato inizio alla vertenza contro la cosiddetta “sanatoria-truffa” del 2009 aprendo, nei fatti, un possibile fronte di lotta nazionale contro la clandestinità, per la regolarizzazione di tutti i sans-papiers.

La risposta di Maroni è ben rappresentata dalle cariche, dagli arresti e dalle espulsioni di lunedì a Brescia, e dall’assedio attuale assedio ai 5 immigrati sulla gru a cui, in questo momento, non arrivano né cibo, né acqua, né coperte: un chiaro intento di stroncare una lotta che, nel perseguire la propria rivendicazione politica blocca, nei fatti, un cantiere di lavoro con tutti i danni economici che ne conseguono per la proprietà.

Diversa, al momento, appare la situazione a Milano. Se da una parte l’occupazione della torre non produce danni particolari, dall’altra il presidio permanente tende a crescere numericamente (con un buon coinvolgimento degli immigrati del quartiere e non solo) e sta dando vita ad una tendopoli di lotta in espansione che ha finora impedito l’assedio della polizia, creando condizioni più favorevoli affinché l’occupazione della torre possa avere una certa durata.

Come comitato riteniamo che la lotta vada sostenuta con forza, nella prospettiva di una sua ulteriore estensione geografica e di un suo rafforzamento politico, superando le possibili illusioni sull’esistenza di qualche spiraglio di soluzione a livello istituzionale. In particolare poniamo l’esigenza di integrare la piattaforma con rivendicazioni più radicali e classiste quali

a) Mettere esplicitamente in discussione la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini e i pacchetti sicurezza e quindi collocare la battaglia per la regolarizzazione dentro un orizzonte politico di classe ben preciso

b) Battersi apertamente per la chiusura dei CIE (dove tra la’ltro sono stati rinchiusi una dozzina di immigrati rastrellati durante le cariche a Brescia), strumento decisivo delle politiche xenofobe e repressive e, allo stesso tempo, fucina di rivolte permanenti che esigono l’estensione del fronte di solidali che le sostengono

c) Scegliere con chiarezza i propri interlocutori politici. In poche parole guardare apertamente alle altre lotte sul territorio piuttosto che inseguire istituzioni e media per un improbabile supporto alla propria rivendicazione specifica

In questo senso riteniamo che l’assemblea nazionale convocata per domenica 14 novembre alle 11 presso il Presidio Permanente sia un’occasione importante in cui cercare di concentrare le forze e le esperienze maturate, dando particolare importanza alla questione dei CIE, alla battaglia contro il coprifuoco nel quartiere e alla lotta nelle cooperative.

Ci proponiamo infine di rafforzare la tendopoli con uno spazio utile a veicolare questi contenuti, definendo quindi un calendario di presenza stabile al presidio

2. Fronte cooperative

Dopo il picchetto a Lacchiarella del 29 ottobre nell’assemblea domenica scorsa (a cui ha partecipato una folta delegazione campana in rappresentanza della lotta di Terzigno e dei disoccupati organizzati di “banchi nuovi”) è stato definito un calendario per dare seguito ad una battaglia che continua ad estendersi

1)      Manifestazione a Nerviano sabato 13 novembre alle ore per dare supporto alla lotta degli operai dell’Alfa-coop (Concentramento ore 14,30 in via Marzorati 15)

2)      Manifestazione davanti ai cancelli di Cerro al Lambro (la data verrà comunicata entro domenica) per proseguire la vertenza contro i licenziamenti alla “Papavero”

3)      Preparazione di un nuovo sciopero  a Lacchiarella dopo la rottura delle trattative con la C.L.O. in seguito al rifiuto di ritirare i tre licenziamenti e ad un chiaro atteggiamento di intimidazione verso i protagonisti della lotta con provvedimenti disciplinari e trasferimenti continui in altre sedi

3. Presidio anti-sfratto in Cavezzali

Si avvicina il 24 novembre, data prefissata per il prossimo tentativo di sfratto in via Cavezzali. Nel frattempo la proprietà ha inviato diverse lettere alle famiglie morose, chiedendo di abbandonare gli appartamenti (minaccia di sfratto) e di richiesta degli arretrati. La mossa appare quanto mai contraddittoria e balzana, anche alla luce di una verifica fatta da alcuni abitanti organizzati che hanno constatato l’assenza di qualsivoglia contratto di affitto. Lo stesso sfratto del 24 non pare eseguibile non essendoci alcuna azione legale verso la famiglia in questione. Ciò non toglie che la data è maturata durante uno dei tentativi di  sfratto precedenti e che, coi tempi che corrono, non va affatto sottovaluta la possibilità di un’azione poliziesca finalizzata a stroncare sul nascere qualunque volontà di resistenza organizzata.

Diamo quindi appuntamento a tutti i solidali per mercoledì 24 novembre a partire dalle 8,30 in via Cavezzali 11 (zona via Padova – bus 56 da Loreto)

4. Lo sgombero di Triboniano

La situazione appare estremamente confusa. Da una parte la Casa della carità e l’associazionismo di sinistra si prodigano in fumosi tentativi di approdare ad una qualche soluzione concordata. Dall’altra le istituzioni, che hanno bloccato l’assegnazione di alloggi popolari, continuano a minacciare improbabili sgomberi definitivi a breve termine.

Questo non  significa però abbassare la guardia, anzi. E a ricordarcelo arriva una nuova ondata di lettere di sfratto, a cui gli abitanti del campo hanno fatto opposizione legale.

Di altro tenore appare invece l’ondata di persecuzione contro i cosiddetti insediamenti abusivi di cui uno si trova proprio a fianco del campo regolare di via Triboniano, costantemente devastati dalle ruspe e dalle forze dell’ordine (fra cui si distinguono i soldati della Moratti) che non danno tregua alle famiglie rom. Intanto l’arrivo imminente del gelido inverno milanese impone che la denuncia si trasformi in ricerca attiva di una soluzione abitativa…

5.  La polizia spara. Per uccidere

Il clima costruito dai cosiddetti “pacchetti-sicurezza” ha portato nelle strade delle nostre città coprifuochi, caroselli di pattuglie di polizia e carabinieri, controlli asfissianti verso la popolazione
immigrata, retate nei quartieri, militari, vigili urbani trasformati in polizia locale, e nuove forme di controllo sociale esercitate dalle più varie formazioni di ronde.
Può accadere così che un’infrazione da parte di qualcuno, una trasgressione all’alt, un’idea di solo sfuggire ad un controllo, magari perchè “clandestini” o chissà per quale altra banale ragione,
stimoli all’omicidio uno di questi “sceriffi”.
Sabato 6 novembre è toccato a milano a due ragazzi. Sei colpi, sparati contro l’auto che ripartiva dopo avere accostato; si dirà “alle gomme”, ma ad essere trafitta è la schiena d’un giovane d’origine ivoriana che sedeva accanto alla guida. Solo pochi centimetri hanno fatto la differenza tra la vita e la morte, e, in perfetta linea con la prassi abituale, in carcere finisce l’autore della trasgressione, mentre chi ha tentato di uccidere passa come vittima della situazione.
La semplice, anonima, descrizione del fatto, basterebbe a far riflettere sul clima che si respira. ma c’è di più.
il giovane ferito è Lacine, un giovane che solo qualche anno fa neppure sospettava dell’esistenza dei lager che sorgono ai bordi delle nostre città. Eppure ci finì lui, proprio lui che risiedeva da anni in questo paese, ne frequentava le scuole, ma che fu trovato in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno. Così fu condotto in via Corelli. Lì sperimentò sulla propria pelle il sapore del “cibo”, l’ignobiltà della condizione, fino alla rivolta dell’agosto 2008. Poi il processo, la condanna,  il carcere, i domiciliari, ma anche la solidarietà. e con essa, la socialità di via Savona e via Giannone. Insomma, un compagno incontrato sulla strada, maturato nell’esperienza viva della lotta e della solidarietà attiva che l’ha accompagnata. ora è fuori pericolo e certo continuerà a combattere.

Comitato Antirazzista Milanese – 13 novembre 2010